venerdì 20 gennaio 2012

Lettera di papà


Il primo post che ho deciso di inserire è di mio papà (così sento che lo chiamano tutti, ma io non l'ho mai visto). Sono in un luogo buio ora (la chiamano pancina dall'esterno), ma mi sento bene. Mi sento protetta, e per ora non ho intenzione di uscire da qui.
I miei occhi sono ancora chiusi ma già sento tante cose. Mio papà e mia mamma mi parlano spesso, mi cantano canzoni, mi raccontano fiabe, mi fanno sentire musica e mi mandano bacini e carezze.
Ogni tanto mio papà mette la sua mano sulla pancia di mamma e io sento il suo calore...mi sento protetta...mi sento amata (con mamma ci sto sempre, ma papà non è sempre con me).
Quindi vorrei cominciare questo mio diario con alcune sue parole, quando non sapeva ancora se io fossi stata una fata o un maghetto.

LETTERA DI PAPA'

Domenica pomeriggio...io, mia moglie, un robino bianco che deve dirci una cosa importante.
Una lineetta, due lineette...tanta paura.
Avevo paura. Aspettavo un bambino? Lo avevamo scelto noi, ma passare dall'età fanciullesca a quella adulta è una cosa diversa da farlo.
Speravo che fosse una lineetta...poi mentre ci avvicinavamo per leggerlo le cose sono cambiate. Ci sarei rimasto male se fosse stato negativo...
e poi la gioia. Ho guardato mia moglie negli occhi e ho capito.
Ero diventato grande. 32 anni, sposato, con un bambino/a.
Le sensazioni e le emozioni erano grandi, immensamente nuove.
Gioia, felicità, paura, forza, voglia di essere un buon padre...ogni 5 minuti riguardavo le due lineette e mi emozionavo...poi, una notte lunga....
A quel punto più che la sicurezza è cominciata la paura forse. La paura di non riuscire a fare bene quello che per me era importante. Essere non un buon padre. C'era tempo per quello. Mi interessava essere un buon marito.
Non è facile fare certe cose. Mi sono sentito solo a volte, solo (ma non solo). Io e mia moglie ci siamo stretti e abbiamo cercato di darci forza. Non abitare vicino alla famiglia per scelta e per lavoro non è sempre facile, anche se spesso è bello. Le cose sono tutte tue, le conquiste pure. Si impara e si fa. Si cresce.
Era da molto tempo che ci pensavamo, ma sempre ero "riuscito" a posticipare la data.
Dopo lo smarrimento iniziale subito ho pensato di dover cominciare a fare le cose giuste, giuste per lui, giuste per mia moglie. A volte mi sono sentito solo. L'attenzione passa alla mamma. Tutti che chiedono come sta, che le danno consigli, che cercano di aiutarla. Nemmeno mia mamma chiedeva più come stavo io, ma come stava lei. Un po' mi veniva da sorridere, un po' ero felice...mia mamma che chiede come sta mia moglie e si preoccupa di lei. Mi sentivo aiutato, ma solo. Solo e aiutato. Tutte sensazioni contrapposte.
Potrei dire che i miei sentimenti sono stati spesso duplici, come la  Paura e il Coraggio.
A questo punto le mie priorità sono cambiate. Tutti mi dicevano che sarebbero cambiate, ma ora io so che sono cambiate. Tutti dicevano che il bambino sarebbe diventato la cosa più importante, invece...La mia priorità è mia moglie, unica cosa che mi interessa. Il bambino (o bambina, non lo so ancora) è importante, molto importante, ma la salute di mia moglie mi interessa più della mia. Vorrei che tutto andasse bene, che i suoi dolori fossero sopportabili, che le sue nausee non fossero forti, vorrei che stesse meglio.
Spesso mi alzo e vedo che vomita (oggi di meno per fortuna) e vorrei tanto aiutarla, quasi "sostituirmi" a lei, ma non posso. A volte mi sento fortunato a non provare quei "fastidi", a volte invece mi sento sfortunato. Poi penso a lui, un bimbo...ha pure un nome...PICCA...glielo ha dato una mia nipotina. Picca (nome "femminile")...piccola...ci sta bene. La mia Picca.
Quando penso a lei la immagino come un pesciolino che si muove.
Ma torniamo indietro nel tempo, ma non nelle emozioni.
Un giorno decidiamo di andare a fare la tranlucenza, e da un momento all'altro eccolo apparire nello schermo. Alcuni non condividono la nostra scelta, ma a me poco interessa. La scienza ha fatto passi da gigante e non utilizzarla al meglio mi sembra una cavolata. Sensazione strana. Paura che Picca potesse essere malata...paura...e poi...dire che ho visto un bambino mi sembrerebbe esagerare. Diciamo che il bambino lo ha visto il ginecologo...io una semplice, macchiolina bianca che somigliava a tutto tranne che ad una "picca"(...poi la translucenza ci ha dato notizie positive, e la gioia di nuovo...).
Ma prima...durante la visita...il ginecologo misurava, girava, faceva, e da un momento all'altro, sullo schermo delle onde...il cuore del mio bambino. Un suono meraviglioso. non lo dimenticherò mai. Sentire quel rumorino veloce che si sentiva malissimo nelle casse era stupendo. Mia moglie sul letto, i suoi occhi, mi sembravano illuminati, felici, e io ero felice con lei. Io avevo fatto quella cosa, io, un piccolo uomo, un ragazzo, uno che ancora oggi preferisce dormire che fare cose, io.
Pensare che ho dato la vita a qualcosa...me ra vi gli o so!!!
Oggi sono passati 4 mesi, mi sento meno impaurito, e penso che ci sono delle cose da fare. Cose da fare per lui e per mia moglie, non per me...io sono forte, mia moglie sta facendo una cosa grande, e io devo aiutarla per quello che posso, e anche oltre.
Una macchina, una casa, una culla, colori colori colori...mi è capitato di sentirmi dire "devo pensare alla casa, alla macchina, etc.", ma non come pensavo fosse. Non mi sento obbligato a fare certe cose, mi sento che ho voglia di farle. Forse il motivo è che volevo farle già prima, o forse no, o forse oggi ho solo modificato l'idea di casa o altro in modo che lui stia meglio. Non so, ma so una cosa di sicuro.
Quando penso a lui (anzi a lei, la mia Picca), penso a impegni, ad una cosa che pensavo fosse più grande di me.
Ci sono più cose che non so che cose che so, spesso vado avanti a vista, anche se a dire la verità di vista c'è solo un pancino che cresce piano piano.
Qualche sera fa ho messo la mano sulla pancia di mia moglie, e Picca si è mossa. L'ho sentita...e di nuovo la paura è sfumata, la voglia di fare è aumentata, la voglia di cominciare questa avventura tutta nostra è cresciuta.
So bene, e non mi sento minimamente il miglior papà del mondo, e non penso di diventarlo mai, ma mi sento più forte di "prima di Picca". La cosa più brutta ora?o le cose? Una è non poter sempre aiutare mia moglie, l'altra è non poterlo veder nascere ora.
Tutto queste sensazioni, emozioni, confusioni, si uniscono, si intrecciano a paura, timore, ma ogni sera mi rendo conto di una cosa sola.
Prima la mia vita era mia moglie, oggi lo è in egual misura, se non di più, e ad esso si unisce un amore diverso, un amore che non toglie nulla a lei, che non toglie nulla a me, un "altro" amore.