Oggi volevo approfittare di questo piccolo spazio per scrivere una lettera alla mia Morgana...
e per dirle che LA AMO TANTO!!!
Cara Morgana,
sono papà, il tuo papone.
Ti scrivo perché volevo dirti delle
cose.
Ormai sono quasi due anni che sei
entrata nella mia (anzi nella nostra) vita, e tante cose sono
cambiate da allora.
Ricordo ancora quel giorno...quella
mattina...una telefonata di mamma che era lì con te...o meglio, tu
eri con lei, dentro di lei...io lontano...ma vicinissimo. Proprio la
sera prima mamma mi aveva detto che aveva dei dolorini, ma non
sembravano molto forti...e poi la mattina mi chiama e mi dice: “
Amo', sto entrando in sala parto”.
Che confusione...che emozione...che
paura...che cosa meravigliosamente strana stava succedendo dentro di
me.
Avrei tanto voluto essere lì con voi,
ma tu avevi deciso di nascere qualche giorno prima del
previsto...avevi già voglia di conoscere il mondo...sei nata già
curiosa...curiosa come papà...le emozioni che sentivo erano grandi
quanto l'universo...mi sentivo confuso...emozionato...poi un'altra
telefonata...tutto era andato bene...tutto era a posto...poi ti hanno
tenuta in osservazione per un ittero, nulla di grave, ma non potevo
vederti se non nelle fotine che mi avevano mandato nonno e mamma.
Poi, dopo qualche giorno, mamma mi
chiama e mi dice di collegarmi via Skype per salutarmi prima di
andare all'ospedale per poterti far mangiare...e invece eri là, in
braccio a mamma, piccola come un cucciolo, bella come la mamma.
Vederti mi ha svegliato da un sogno portandomi in un altro sogno...la
vita reale.
Da quel momento tutto è cambiato.
Io sono dovuto diventare grande, mamma
pure.
Ci avevano accennato a come sarebbe
stato diventare genitori, ma non ci avevano fatto capire tutto.
Ci avevano parlato di pannolini, di
cacche, di dolori al pancino, di problemi, di cambiamenti, di sonno
perso...e tutto finiva con un “ne vale la pena”...ricordo ancora
quando Domenico mi disse: “Quando torni a casa e vedi il suo
faccino che ti sorride ti rendi conto di cosa conta e cosa non conta
nella vita...” (questo era il senso...non le parole! La mia memoria
non è poi così eccelsa)
Avevano accennato. Avevano fatto
intendere. Avevano forse cercato di spiegare come sarebbe stato, ma
la realtà era una, e una sola. Non è possibile capire cosa
significa avere un figlio se un figlio non ce l'hai. Non vale aver
avuto un nipote, non vale aver ascoltato cose da amici, non vale aver
letto un libro, non vale aver avuto un bimbo fra le braccia, non vale
aver fatto il babysitter...non vale nulla. Per capire cosa significa
essere un papà (o una mamma) bisogna esserlo, bisogna diventarlo...
bisogna guardare una figlia negli occhi
che piange senza un motivo apparente senza riuscire a farle passare
il dolore, con una febbre che non sembra avere un motivo valido di
esserci e avere sonno alle 4 del mattino, per più notti di
seguito...
bisogna alzarsi la mattina, portare la
bimba al nido e rendersi conto che è la festa del patrono e tu,
stonato da tanti impegni, cadi dalle nuvole, e ti incarti come un
mazzo di carte da poker in mano ad un prestigiatore...
bisogna cadere dal letto e rischiare di
romperti la testa sul comodino dal sonno...
bisogna stare a casa perchè tua figlia
ha problemi intestinali...
bisogna NON andare al cinema come ci
andavi “prima”...
bisogna provare a svegliarla la mattina
quando si è in ritardo e vederla rotolarsi nel sonno senza aver
nessuna voglia di alzarsi e mantenere la calma altrimenti “è
peggio”...
bisogna cambiarle il pannolino,
vestirla bella bella, darle il latte, e, mentre ti prepari per
portarla al nido, in perfetto orario, lei fa un colpo di tosse e
butta tuuutto il latte che ha bevuto ovunque, in qualsiasi luogo...
bisogna aver voglia di dormire e non
poterlo fare...
bisogna cadere dalle scale e pensare,
mentre ti stai facendo male, pazienza, basta che non ho Morgana in
braccio...poi il dolore passerà...
bisogna essere genitori per poterlo
capire...
ma...
bisogna anche avere una bimba in
braccio che da un momento all'altro, in piena notte, smette di
piangere e si addormenta con la bocca aperta e il ciuccio che le
cade, e pensare che l'importante è soltanto che ora stia dormendo
felice e che non le faccia male più nulla...poi, per il tuo sonno,
pazienza...passerà...
bisogna sentirsi stringere il collo
mentre la si porta a nanna la sera...
bisogna sentire le sue labbra sulla tua
bocca mentre ti da un bacio sbilenco e sbavato...
bisogna ascoltare le parole “papà”...
“papone”... “amo...e”... “azzie” …
bisogna guardarla mentre cammina, la
tua cucciolina...mentre cade e si rialza con un bel sorriso...
bisogna vederla mentre corre da te
perchè vuole un bacio sulla bua...
bisogna osservarla appena finito il suo
pranzetto, con il cucchiaio in mano, tutto sporca, che ti sorride con
quei 12 dentini sparpagliati in bocca e ti dice “anco...a”...
bisogna essere soli in 3, e sentirsi
stanchi insieme, ed essere felici di esserlo...
bisogna stendersi sul divano e sentire
13 e passa chili di bimba che ti salta sulla pancia come una
diavoletta, farsi male, ma non riuscire a non ridere dal dolore e dal
suo visino soddisfatto e sorridente...
bisogna essere genitori.
Io lo sono...forse non sono bravissimo
a farlo, ma ci provo.
Sto imparando, sbaglio, risbaglio, e ti
chiedo scusa...ti chiedo scusa per tutti gli errori che ho fatto, e
soprattutto per quelli che ancora non ho fatto.
Ti prometto che cercherò di farli nel
miglior modo possibile :-P
Grazie a te ho capito molte cose...sono
cresciuto...ho anche un po' di capelli e barba bianchi ora...tutta
saggezza e fascino diciamo...
Grazie a te ho imparato a prendermi
delle VERE responsabilità...
Grazie a te ho visto cose “che voi
umani non potete nemmeno immaginare”...cacche apparire dal
nulla...odori levarsi da pannolini pieni “di colori”...febbri
arrivare e sparire nell'arco di un nonnulla...nasi che colano per
settimane, poi smettono, e poi riprendono di nuovo...
Grazie a te ho capito che tu e mamma
siete la mia vita, la mia famiglia, la mia gioia...
Grazie a te ho capito che non sarò mai
solo...
Grazie a te ho capito che la mia salute
è importante, ma sempre meno della tua...
Grazie a te ho capito...quante cose ho
capito...
Volevo dirti grazie, grazie di aver
deciso di nascere nella nostra piccola famiglia, grazie di aver
deciso di amarci come solo una figlia può amare un genitore, grazie
dei tuoi sorrisi, del tuo modo di voler fare tutto da sola che ci
complica le cose, grazie di tutto, di come sei, di come eri, e di
come diventerai...
poi, se proprio decidi di farti
cambiare il pannolino senza dover sempre complicare le cose,
prendendo tutto quello che ti capita fra le mani, cercando sempre la
“kueua (=la crema)” da spalmarti ovunque, senza inarcare la
schiena e cercare di rotolarti, mica ci resto male...
Tante cose hai imparato in questi quasi
due anni...infinite cose hai imparato.
Ogni giorno una cosa nuova...a volte
penso a come deve essere difficile non saper fare nulla...dover
imparare tutto come stai facendo tu giorno dopo giorno, e capisco
come mai la sera sei stanca, a volte nervosa, altre eccitata...e
capisco che è giusto che io sia lì al tuo fianco ad aiutarti, ad
insegnarti, a sostenerti, a giocare con te, ma non a sostituirmi a
te...non a fare le cose al posto tuo...e questo mi aiuta anche nel
mio lavoro...mi hai insegnato che ognuno ha i suoi tempi e che è
giusto attendere...ti guardo e penso che anche io ero come
te...piccolo, indifeso, e pure bello :-)
Vorrei poter rallentare il tempo per
passarne di più con te, dedicartene di più, aver sempre voglia di
giocare con te...
Vorrei non essere stanco come lo sono a
volte...
Vorrei non essere nervoso perchè so
che tu te ne accorgi e poi lo diventi anche tu...
Vorrei essere un buon padre, ma so che
non riuscirò mai ad esserlo come vorrei...
Vorrei poterti dare tutto quello di cui
hai bisogno, ma a volte ho paura di non esserne in grado...
Vorrei solo una cosa, che tu fosse
felice oggi, domani, per sempre...
E vorrei darti tanti baci...farti tante
coccole...e insegnarti a diventare grande come tuo nonno e tua nonna
hanno fatto con me...
Spero solo di riuscire a farlo nel
migliore dei modi insieme a tua mamma, alla mia principessa, alla mia
donna, a mia moglie, alla mia migliore amica...
Ora ti lascio e spero tanto, un giorno,
di riuscire a scrivere cose che abbiano un senso, e non come questa
lettera dettata dal cuore e dall'istinto...senza una testa e una
coda...senza un inizio e una fine...sperando che un giorno, non so,
quando diventerai grande, tu possa leggerla e possa capire un pochino
cosa provavo quando eri piccola, e come io e tua mamma ti amavamo.
Ora vai, gioca, conosci il mondo,
impara cosa, disegna, parla, mangia, corri, salta, fai quello che
ami...VIVI!e ricordati...
quando sarai un po' più grande e...
deciderai di disegnare “un elefante
nel corpo di un boa”...
io farò di tutto per non vederci “un
cappello”...e quando parlerai con gli altri “adulti”, ricordati
che “I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si
stancano a spiegargli tutto ogni volta” (cit. Il piccolo
principe)...tu non farlo, non stancarti, continua a spiegare loro che
non è un cappello, e, quando vorrai, se vorrai...io ti disegnerò
una pecora proprio come piace a te...
TI AMO GNARFETTA DI PAPA'!